Oggi ti proponiamo un brano da “Intelligenza emotiva per un figlio. Una guida per i genitori” di John Gottman. Si parla di scherno e critica distruttiva rivolti verso i figli, una brutta abitudine che purtroppo ci troviamo ad osservare troppo spesso.
“EVITATE LE CRITICHE ECCESSIVE, I COMMENTI UMILIANTI O SARCASTICI NEI CONFRONTI DI VOSTRO FIGLIO: La nostra ricerca dimostra chiaramente che un simile atteggiamento di disprezzo ha un effetto distruttivo per la comunicazione tra genitori e figli e per l’autostima dei figli. Negli esperimenti di laboratorio che abbiamo condotto con le famiglie, abbiamo visto i genitori assumere questo comportamento in diversi modi, uno dei quali è quello di ripetere alla lettera, in tono di scherno, i commenti dei figli. (Ad esempio il bambino potrebbe dire: «Non ricordo questa storia». «Non te la ricordi?» era la risposta dei genitori in tono di scherno.) Durante l’esercizio con i videogiochi, alcuni genitori erano troppo ansiosi per gli errori dei propri bambini, facevano notare loro ogni sbaglio e li soffocavano con una sequela ininterrotta di critiche. Altri si sostituivano ai figli nel gioco, dimostrando così di considerarli incapaci. Nelle interviste sulle emozioni dei propri figli, molti genitori ci dicevano di reagire ai capricci dei bambini in età prescolare con l’irrisione e lo sbeffeggiamento. Quando tre anni dopo verificammo la situazione di queste famiglie, trovammo che i figli, che erano stati trattati dai genitori in maniera irriguardosa e sprezzante, erano gli stessi ragazzi che sperimentavano le maggiori difficoltà nell’apprendimento scolastico e nelle amicizie. Questi ragazzi avevano i livelli più alti di ormoni collegati allo stress. Inoltre avevano maggiori problemi comportamentali, secondo quanto riferivano i loro insegnanti e, secondo le loro mamme, si ammalavano frequentemente. L’atteggiamento di scherno da parte dei genitori può essere osservato sia nella vita reale sia nelle esperienze di laboratorio. In ogni istante, genitori bene intenzionati sgretolano la fiducia in se stessi dei propri ragazzi, correggendo continuamente il loro modo di fare, deridendo i loro sbagli e immischiandosi senza bisogno anche quando i figli cercano di eseguire i compiti più semplici“.
Le parole hanno un peso: possono ispirare l’impegno e il coraggio, ma se le utilizziamo nel modo sbagliato diventano armi letali per l’autostima dei nostri bambini. Utilizziamole con misura e consapevolezza.